I nostri alunni frequentano la Scuola dell’Infanzia dai tre ai cinque anni circa, con la possibilità di iscrizione anticipata a due anni e mezzo.
Questa è un’età molto importante, durante la quale “abbandonano” la fase di sviluppo precedente (secondo Piaget lo stadio senso-motorio) e passano gradualmente allo stadio successivo, ovvero quello Preoperatorio.
Naturalmente, non vi è rigidità nel susseguirsi di tali stadi, in quanto si parla di “materiale umano”, bambini che hanno dei tempi di sviluppo che possono e devono essere individuali.
In base agli studi di Piaget, il bambino tra i due e i cinque anni attraversa lo stadio Preoperatorio.
Come la stessa parola dice, inizia a sviluppare quelle capacità propedeutiche allo stadio successivo che è quello operatorio concreto, proprio della Scuola Primaria.
La stessa parola “pre – operatorio” ci dice che in questo stadio il bambino inizia a mettere in atto tutte quelle strategie mentali/cognitive atte alla preparazione per la fase successiva.
Questa fase è caratterizzato da:
- Egocentrismo intellettuale (impossibilità del bambino a percepire il punto di vista di un’altra persona – tutto ruota intorno a sè)
- Linguaggio egocentrico (tende a tare per scontata una conoscenza dell’oggetto del messaggio verbale)
- Visione del mondo fisico con le seguenti caratteristiche:
- animismo (tende ad attribuire intenzionalità e vita ad oggetti)
- finalismo (tende ad attribuire ai fenomeni uno scopo in base ad un ordine dato umano)
- artificialismo (ritiene che le cose siano costruite dall’uomo)
- Principio di irreversibilità (impossibilità di operare azioni inverse che annullano la precedente)
Naturalmente il bambino non è solo “una serie di stadi”, egli è una persona sociale in ambiente sociale e iniziando il suo percorso all’interno della Scuola dell’Infanzia inizia ad interagire in una microsocietà diversa da quella di origine/familiare.
Esistono regole, momenti di attività ben precisi e soprattutto altre persone con cui interagire ed eventualmente superare conflitti.
In tal modo, l’ambiente scolastico, si fa “palestra” di vita.
La prevedibilità dell’ambiente, l’adulto come mediatore e facilitatore, il rinforzo positivo e/o negativo si interlacciano attivamente in un ambiente di vita reale e pratico.
In tale ambiente, il bambino deve essere comprendere sia le regole sociali che “regole interiori”; ovvero essere in grado di gestirsi, esplorare, scoprire.
In questa prospettiva due punte di diamante sono Maria Montessori e Rudolf Steiner.
Entrambi sono promotori della crescita del bambino in modo altamente spontaneo, in un ambiente dove possa muoversi ed apprendere in libertà abbattendo le “barriere” costruite dai “giganti adulti”.
La valutazione attraverso i voti viene ritenuta dannosa e frustrante; viene, inoltre, valorizzata la valenza dell’arte in tutte le sue forme come espressione dell’interno di sè.
Quindi, non step, non categorizzazioni, ma promozione di crescita in tutte le sue forme personali e sociali nella più ampia ottica olistica di crescita del corpo, della mente e dello spirito.
Segue seconda parte.