Le classi, intese come gruppo di alunni, possono essere eterogenee per etnia, stato sociale, capacità cognitive o strategie di apprendimento.
E’, quindi, indispensabile utilizzare delle strategie didattiche che consentano a tutti di raggiungere gli obiettivi minimi e, ove possibile, far risaltare le eccellenze.
Nel processo educativo didattico, quindi nella crescita sociale/educativa e culturale degli alunni, intervengono più insegnanti che si confrontano per stabilire strategie e comportamenti atti a facilitare sia l’acquisizione di competenze che di comportamenti sociali positivi.
Il processo educativo/didattico deve intendersi come inclusivo, non solo in vista di alunni disabili, ma nell’ottica delle differenze e poliedricità di ogni alunno.
Il docente inclusivo osserva ogni singolo alunno e stabilisce, in team, le strategie didattiche migliori per far emergere capacità, eccellenze, sostenere e valorizzare ogni singolo alunno.
E’ fondamentale che l’insegnante non rimanga ancorato al concetto “non gliela fa”, perchè ogni bambino possiede la capacità di apprendere, bisogna solo trovare la “chiave” giusta.
Quali possono essere, quindi, tali strategie e metodi da attuare?
⦁ Coinvolgimento emotivo, il docente deve essere carismatico e autorevole in modo tale che gli alunni si sentano emotivamente coinvolti
⦁ Individuazione di regole sociali condivise, in collaborazione con gli alunni in modo che si rendano direttamente partecipi della vita sociale della .
⦁ Strutturazione dell’ambiente come ambiente sociale, dove ognuno è compartecipe della vita della microsocietà in cui vive con compiti e responsabilitàclasse (distribuire quaderni, libri, curarsi della distribuzione del sapone ecc..).
⦁ Strutturazione di obiettivi complessi in sotto obiettivi, in modo che l’apprendimento avvenga in modo graduale
⦁ Semplificare le richieste agli alunni tenendo conto della zona di sviluppo prossimale, ma non discostando troppo il compito da quello della classe in modo che non si crei frustrazione.
⦁ Favorire l’apprendimento attraverso l’apprendimento cooperativo e l’emersione del pensiero divergente.
⦁ Affiancare alunni più bravi a quelli con più difficoltà (Tutoraggio) sia per responsabilizzare i primi che per permettere al bambino in difficoltà di imparare attraverso un compagno (abbattendo le inibizioni che potrebbero emergere dalla frustrazione del non saper fare)
⦁ Organizzare momenti di gioco mirato e pilotato. Attraverso il gioco, infatti, si permette agli alunni con diverse modalità di apprendimento di acquisire quelle abilità che con mero insegnamento accademico non acquisirebbero (non si è mai troppo grandi per giocare!).
⦁ Utilizzare il Brain Storming: attraverso cui tutti gli alunni vengono coinvolti in attività collettive con un fine ben mirato.
⦁ Utilizzare strategie comunicative alternative (disegno, teatro), che potrebbero abbattere le barriere della timidezza o della paura e valorizzare gli alunni incrementando l’autostima.
In parole povere, bisogna creare un clima poliedrico dove diverse strategie didattico/inclusive vengano messe in campo con tutti gli alunni, facendo emergere in ognuno lati che potrebbero rimanere sopiti, compresa la capacità di apprendimento.