Con Disturbo da deficit di attenzione / iperatività, meglio conosciuto con ADHD (Attention-Deficit-Hyperactytivy Disorder) si descrivono bambini che presentano problemi di attenzione, impulsività e iperatttività spesso correlati ad altre sintomatologia e in diversi contesti.
Si inizia a parlare di ADHD nel 1902 quando il medico inglese Still pubblicò su una rivista scientifica britannica alcune osservazioni su un gruppo di bambini che presentavano un “deficit nel controllo morale e eccessiva vivacità e distruttività”.
Solo nel 1952, venne contemplato nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) nelle categorie dei disturbi psichiatrici infantili, ovvero schizofrenia e Disturbo dell’Adattamento.
Nel 1968 venne riconosciuto come “Reazione Ipercinetica del Bambino” enfatizzando l’aspetto ipercinetico motorio del bambino.
Oggi, è inserito nell’ICD-10 oggi sostituito da ICF, e nel DSMV descrivendo varie sintomatologie presenti nel disturbo.
I sintomi prevalenti sono tre: disattenzione, iperattività e impulsività
- Disattenzione
- Iperattività
- Impulsività
I bambini con iperattività, presentano una elevata difficoltà a controllare il proprio comportamento, non sanno inibire risposte automatiche, non rispettano il turno, hanno scarsa capacità di riflessione, interrompono i discorsi altrui e tendono a non evitare situazioni pericolose.
L’impulsività si manifesta nella difficoltà a dilazionare una risposta, ad inibire un comportamento inappropriato, ad attendere una gratificazione. I bambini impulsivi rispondono troppo velocemente (a scapito dell’accuratezza delle loro risposte), interrompono frequentemente gli altri quando stanno parlando, non riescono a stare in fila e attendere il proprio turno. Oltre ad una persistente impazienza, l’impulsività si manifesta anche nell’intraprendere azioni pericolose senza considerare le possibili conseguenze negative. L’impulsività è una caratteristica che rimane abbastanza stabile durante lo sviluppo (sebbene conosca diverse forme a seconda dell’età) ed è presente anche negli adulti con DDAI.
Il DSMIV contempla tre sottotipi:
- Prevalentemente inattentivo: Il bambino è prevalentemente distraibile, ma relativamente iperattivo – impulsivo.
- Prevalentemente iperattivo/impulsivo: è estremamente iperattivo / impulsivo, potrebbe presentare in forma ridotta sintomi di inattenzione.
- Combinato: si parla di sottotipo combinato se presenti tutti e tre i sintomi. La maggioranza dei casi di ADHD sono di tipo combinato.
In ambiente scolastico è bene “segnalare” gli alunni con presunto ADHD per avviare le varie fasi di certificazione, in modo che il bambino possa usufruire di insegnante di sostegno e stesura del PDP (Piano Didattico Personalizzato).
In ogni caso, come anche gli altri alunni “speciali”, il bambino con Iperattività è a carico di tutti gli insegnanti della classe/sezione e devono essere attivate misure che favoriscano l’apprendimento.
I docenti, quindi, devono:
- predisporre l’ambiente in modo che vengano limitate al massimo le fonti di distrazione.
- prevedere utilizzo tecniche e strategie efficaci (mezzi visivi, routine gratificazioni…)
- definire poche ed efficaci regole da mantenere in classe
- concordare con l’alunno obiettivi a piccoli steps comportamentali e didattici
- effettuare un training con l’alunno per organizzare il proprio banco in base alla lezione del momento.
- assicurarsi che l’alunno abbia ascoltato le consegne e la lezione
- organizzare le prove scritte in più parti
- definire i tempi necessari per l’esecuzione del compito
- valutare gli elaborati per il contenuto e non per gli errori di distrazione
- Gratificare frequentemente
Cosa gli insegnanti non devono fare:
- richiamare in continuazione l’attenzione
- insistere che il compito venga svolto senza interruzioni o pause
- isolare l’alunno in modo che l’alunno possa concentrarsi
- non proporre novità